Bitcoin, la moneta virtuale che non piace alle banche

L’Ufficio Studi Mag vi propone la lettura di un articolo di Loretta Napoleoni apparso su Ilfattoquotidiano.it il 10 dicembre scorso, sul tema dei bitcoin.

“Il fenomeno più interessante dell’economia della condivisione sono i bitcoin. Molti non saranno d’accordo con questa affermazione poiché i bitcoin sono entrati a far parte degli strumenti finanziari, tant’è che la prossima settimana il mercato futuro di Chicago inizierà a quotarli. Ma proprio il fatto che siano riusciti a sfondare tutte le barriere corporative della finanza mondiale, dall’emissione di moneta delle banche centrali fino ai controlli delle clearing houses, imprese finanziarie che ‘assicurano’ la solvibilità delle transazioni delle consorelle, prova la potenza del sistema peer-to-peer, e cioè quello della condivisione.”

I bitcoin sono nati nel 2008 con lo scopo di rendere obsoleto un sistema monetario fiduciario dove la creazione di denaro nasce dall’emissione del debito ed i controlli sono in mano alla casta finanziaria. La produzione di bitcoin, invece, si basa su un sistema peer-to-peer, fondato cioè sulla condivisione e dunque verificato dalla collettività.

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Buona lettura!

Ufficio Studi Mag